Venezia: ARTI3160

Venezia . ARTI3160- organizzato da Galleria Farini Bologna
Dal 4 Maggio al 17 Maggio 2018   GALLERIA FARINI A VENEZIA
GalleriaARTIsm3160 - Salizzada Malipiero 30124 Venezia
 
​ Venerdì 4 Maggio 2018, 18
Si è svolta l'inaugurazione della collettiva d'arte nello
spazio artistico - galleria di Anita Cerpelloni
GalleriaARTIsm3160
A due passi da Palazzo Grassi, nella zona più caratteristica di Venezia, Galleria Farini Concept nella nuova sede permanente presenta:
Primo Evento Internazionale di Pittura, Scultura e Fotografia della Galleria Farini a Venezia.
   Il raku è una tecnica di cottura dell'argilla, anzi di una qualità di argilla particolarmente dura e refrattaria visto il calore al quale essa deve essere sottoposta in cottura. L'invenzione del raku è attribuita ad un artigiano coreano del XVI secolo d.C. che la mise a punto durante una serie di esperimenti per produrre un materiale adatto alla cerimonia del tè, che fosse, inoltre, in perfetta sintonia con la filosofia zen. Infatti, questa tecnica rappresenta la sintesi degli elementi naturali, poiché alla creazione di un qualsiasi oggetto creato con il raku 
concorrono Terra, Aria, Acqua e Fuoco.
Circa due secoli dopo la sua invenzione, i maestri giapponesi, che lavoravano l'argilla in questo modo, scrissero un dettagliato manuale per diffondere la tecnica con la necessaria precisione ed è così che il raku è arrivato anche in occidente. Oggi, nei musei di tutto il mondo, si possono ammirare delle vere e proprie opere d'arte create seguendo i dettami di quell'antico trattato.

Silvia Bruzzi è un'artista molto legata alla lavorazione della ceramica raku, poiché si sente particolarmente vicina alla filosofia che l'ha ispirata. Dice Silvia: “ Il termine raku è una parola giapponese usata per esprime il concetto della gioia di vivere che provi quando sei rilassato e stai bene con te stesso. Contemporaneamente, un tempo, si riferiva anche al sobborgo di Kyōto nel quale si estraeva l'argilla durante il XVI secolo.
 
Mi dà grande soddisfazione creare oggetti artistici usando questa tecnica. Dopo aver modellato e cotto a 900-1000° C un pezzo in argilla refrattaria bianca, si procede alla decorazione usando ossidi o smalti, ad esempio per ottenere un bel verde si utilizza l'ossido di rame. Oppure si può decorare l'argilla tramite riduzione cioè in assenza di ossigeno. Dopo aver foggiato ed essiccato all'aria il manufatto, lo si cuoce una prima volta. Poi lo si toglie incandescente dal forno e lo si mette in un bidone con carta e paglia che ne favoriscono la fumigazione.
Se si chiude completamente il contenitore, in modo che non entri aria,
si ha una riduzione totale e si ottiene un oggetto nero.
 
E questa tecnica era già in uso anche presso gli etruschi...
Ma possiamo modificare la riduzione in base ad una serie di variabili:
il combustibile (il suo potere di combustione, la sua umidità), 
il tempo che intercorre tra l'estrazione e la riduzione (cioè il tempo di contatto con l'ossigeno),
la copertura - totale o parziale – dell'oggetto.
Ed avremo così una terracotta che vira dal nero al grigio chiaro. Quindi la si decora e si passa ad una seconda cottura.
Possiamo quindi dire che l'anima stessa del raku sia proprio lo stretto legame con gli elementi naturali che collaborano con
l'artista alla creazione delle sue opere.”
E quale soggetto migliore del mare può esserci per rappresentare la natura?
L'acqua di quel mare che a Venezia percorre i sinuosi canali, passa sotto i ponti, lambisce le fondamenta delle case e dei palazzi fino a risalire gli scivoli degli squeri, anche i meglio nascosti, ed infine si ritrae, in un lento movimento di flusso e riflusso, in accordo con la luna.
Un labirinto d'acqua in cui è così piacevole perdersi.  Se poi il mare è solcato da un veliero, ecco che abbiamo la perfetta metafora della vita.
 La nostra vita che nasce nell'acqua dell'utero materno, solca onde ora placide, ora tumultuose, fino ad accompagnarci all' “Isola dei Morti”.
 Daniela Ventura
 
Raku is a clay baking technique. Better, when we speak about raku, we refer to a peculiar kind of hard refractory clay because it has to be backed at a high point of heat. Raku techniqueinvention is probably due to a Korean craftsman in the XVI century A.D. He elaborated that while experimenting materials suitable to tea ceremony. The right substance had to be both appropriate to high temperature and in perfect harmony with Zen philosophy. So raku technique represents the synthesis of the natural elements Earth, Air, Water and Fire as they all contribute to the creation of any raku item. About two centuries after that invention, Japanese master craftsmen, who used it, wrote a detailed manual to let this method be known in a precise, accurate way. That's the reason why raku technique arrivedin the West world. Nowadays people can admire real masterpieces made according to that ancient technique in museums all over the world.
 
Silvia Bruzzi is an artist very fond of raku, as she feels deeply tied to Zen philosophy which inspired it.
Silviasays - “Raku is a Japanese word used for expressing the joy of living when you are relaxed and at ease with yourself. At the same time, it referred to a suburb in Kyōtowhere clay was extracted in the past. I feel a great fulfilment when I make artistic handicrafts in raku. After modelling and backing a piece of white refractory clay at 900 - 1000 degrees C., you can decorate it by using oxides or enamels; for example to get a bright green you can use copper oxide. On the contrary, you can decorate the clay by oxygen reduction: after modelling and drying your handicraft in the open air, you have to bake it first, then you take it, still red-hot, out of the oven and then you put into a bin containing paper and straw that produce smoke. If you close the bin completely not to let air enter, you have a total reduction and you get a black item. This is such an ancient method that the Etruscans already used... Anyway the reduction can be modified by making different changes: you can act on the fuel (its power / its damp); the time which gets by between the pulling out and the reduction – that is the time of exposition to oxygen; the total or partial cover of the piece. In this way you will have a clay which tones from black to light grey. After that the object can be decorated and backed again.
So we can say that the essential core of rakuis its tight binding with natural elements which cooperate with the artist in order to achieve his purposes.”
 
The best subject representing nature is doubtless the sea. That sea water which, in Venice, flows along winding canals, gets below bridges, washes the foundations of houses and palaces, then flows up as far as the best hidden squeriand finally gets out according to its slow tide, following the moon cycle. A water labyrinth where you can get lost with great pleasure. If you imagine a vessel sailing on that water, then you will get the perfect metaphor of life. Before we were born, we developed in our mother's uterus water, then our life sails on the living waves, sometimes placid and sometimes turbulent, as far as we arrive at the Isle of the Dead.
Daniela Ventura

Venice
Esposizione Collettiva a Venezia